Le 10 migliori alternative a Spotify

Non di solo Spotify vive il melomane ormai dedito alla musica in cloud. Ecco le alternative al servizio di streaming musicale che ormai conta 60 milioni di utenti.

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Non di solo Spotify vive il melomane ormai dedito alla musica in cloud. Ecco le alternative al servizio di streaming musicale che ormai conta 60 milioni di utenti.

Sono ormai in 60 milioni, di cui 15 della versione a pagamento, gli utenti di Spotify. Il servizio di streaming musicale però non soddisfa pienamente gli audiofili, che si lamentano di clamorose equalizzazioni e dei 256 kbps (nella versione a pagamento, in quella gratis sono la metà!) e di clamorose assenze dal catalogo.

Quello che sta succedendo è che numerosi artisti, capitanati da Taylor Swift e Jay Z, hanno deciso di ritirare i brani di Spotify proprio a causa della sua gratuità nella versione base e – più in generale – dei guadagni irrisori che vengono girati agli artisti.

Tidal sembra essere la risposta esatta per tutti. Per gli audiofili, che possono godere di uno streaming a qualità CD (connessione a banda larga permettendo). E per gli artisti, che godono di profitti decisamente più interessanti (Tidal non ha piani gratuiti e l’abbonamento costa il doppio di quello di Spotify).

Ma ci sono tante altre alternative che meritano di essere provate. A prescindere dalla qualità tecnica dello streaming (alcuni di essi sono pensati esplicitamente per l’ascolto in mobilità), ci sono diversi motivi per fare più di qualche tentativo. Scopriamoli insieme.

AUPEO!
È molto simile a una radio tradizionale, solo che i canali sono essenzialmente organizzati per decadi di produzione delle canzoni. Sarà quindi possibile scegliere un canale dedicato alla musica ani ’80, oppure agli anni ’70, e così via, andando avanti e indietro nel tempo.

Deezer
È probabilmente la più famosa alternativa a Spotify. Ha anche un servizio di streaming HiFi, legato però a service provider (in Italia Fastweb) o a specifici hardware (Sonos).

Rdio
32 milioni di canzoni in catalogo con l’interessante opzione di poter scegliere tre gruppi preferiti, da cui il sistema genererà automaticamente un canale “radiofonico”, mano a mano imparando i nostri gusti e affinando il tiro.

TuneIn Radio
Molto più di un semplice servizio streaming, TuneIn Radio incorpora anche programmi di politica, sport e audiolibri per circa 100.000 canali monotematici a portata di click.

8tracks
Tutto gratis, senza pubblicità: 8tracks si basa essenzialmente su playlist creabili dall’utente e/o sulle oltre due milioni condivise e liberamente ascoltabili. Un ottimo modo per assecondare il proprio mood, per ascoltare nuova musica e per condividere i propri gusti col resto della community.

Napster
Ce lo ricordiamo come il software che mandato ko l’industria discografica, ma ormai da qualche anno è un servizio di streaming in piena regola. Ha 25 milioni di canzoni in catalogo.

Ci sono poi quelli che in teoria dovrebbero essere 4 pesi massimi, ma che in realtà sono servizi troppo legati agli ecosistemi da cui derivano, con tutti i pro e i contro del caso: Google Play Music, Amazon Music, Xbox Music e Music Unlimited.

E poi prestissimo arriveranno le bordate di Beatport (specializzato in EDM) e gli streaming di Bose e Technics, per il momento solo annunciati.

Quello che è certo e che gli utenti (o almeno la maggior parte) hanno scelto e non si torna più indietro: morte ai supporti fisici (che non spariranno ma saranno sempre più ridotti a una nicchia) e lunga vita al cloud.

Voi siete d’accodo? Aspettiamo i vostri commenti.

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