
* Test * Recensione: cavo di alimentazione Final Touch Audio Elara
Un cavo di alimentazione come Il Final Touch Audio Elara ha l’apparente semplice funzione di alimentare le nostre preziose elettroniche, compito in realtà assai arduo. Si distingue per la sua capacità di trasformare l'esperienza d'ascolto, conferendo al suono una qualità fluida e naturale che richiama l'analogico, quello che si avvicina al senso del reale.
Un cavo di alimentazione come Elara ha l’apparente semplice funzione di alimentare le nostre preziose elettroniche. Ovvero dovrebbe trasportare la corrente elettrica dalla presa a muro fin dentro i nostri ingranaggi audio! Apparentemente è un compito semplicissimo: asservire l’ultimo tratto di fornitura elettrica, senza troppi patemi su cosa accade prima ai nostri poveri elettroni di conduzione!
Indice dei contenuti
I campi elettromagnetici e il viaggio dell’energia elettrica
Come spesso accade l’apparente realtà delle credenze audiofile sono superficiali, nella migliore delle ipotesi: indagando sul fenomeno della corrente elettrica viene fuori che questa non è solamente un fatto elettrico propriamente detto, ma è soprattutto un fatto elettromagnetico.
Il segnale elettrico si propaga sotto forma di campo elettromagnetico nello spazio vicino ai conduttori, cioè fuori dal cavo e non dipende direttamente dal movimento degli elettroni poiché questo fenomeno, cioè il movimento degli elettroni è quasi trascurabile come entità di spostamento.
In un circuito in corrente alternata, gli elettroni non fluiscono in un’unica direzione, ma oscillano avanti e indietro attorno a una posizione media con la stessa frequenza della tensione, ad esempio 50 Hz in Europa.
Sebbene ci sia movimento di cariche, non è questo moto a trasportare l’energia elettrica. L’energia viaggia invece attraverso il campo elettromagnetico che si propaga nello spazio attorno ai conduttori, come descritto dalle equazioni di Maxwell.
È il campo, non gli elettroni in sé, a veicolare l’energia dal generatore al carico. Ma se il movimento degli elettroni è quasi nullo, si parla di pochi millimetri al secondo, come è possibile che sembra tutto così istantaneo, quasi alla velocità della luce?! Proprio perché il fenomeno dipende dal campo elettromagnetico, questo campo si stabilisce quasi istantaneamente lungo il circuito, indipendentemente dal fatto che gli elettroni si muovano preferendo un verso di avanzamento o meno.
Per completezza, va detto che ogni singolo elettrone, in base al principio di indeterminazione e alla distribuzione termica, si muove a velocità elevatissime e in modo del tutto caotico, un moto detto agitazione termica, ma questo non ha nulla a che vedere con la corrente nel senso classico. Si tratta di fluttuazioni casuali, presenti anche in assenza di corrente. Insomma, la corrente elettrica non è un fluido che scorre liberamente lungo un tubo. È un fenomeno collettivo, emergente, che coinvolge attori quantistici la cui posizione esatta sfugge alla nostra osservazione.
Se ne deduce che l’elettrone in prossimità della centrale dove si trasforma l’energia primaria in energia elettrica rimane lì dove è e non si sposta minimante lungo la tratta dei fili ad alta tensione, così come tutti gli altri elettroni dal trasformatore di media potenza fino ai contatori elettrici degli edifici fino ai quadri elettrici per arrivare alle prese dove noi colleghiamo i nostri cavi di alimentazione saranno mediamente fermi lì nel loro posto.
Da queste premesse risulta fondamentale la costruzione e le scelte progettuali finalizzate all’ottimizzazione di un componente, come è il cavo di alimentazione, troppo spesso sottovalutato ma che farà sentire pesantemente i suoi effetti sul suono riprodotto. Dal momento che l’energia elettrica si propaga fuori dal conduttore sembra ovvio dedurre come le sue geometrie saranno fondamentali al risultato finale così come l’uso del dielettrico e della schermatura. Un cavo di alimentazione è soprattutto scelte progettuali, un insieme di tecniche costruttive materiali usati che uniti insieme possono favorire il corretto trasporto dell’energia elettrica nella sua forma più pura al fine di alimentare al meglio le elettroniche che compongono i nostri sistemi di riproduzione audio.
Final Touch Audio Elara, la prova

Finalmente arriviamo al cavo in esame: stiamo provando da un po’ di tempo Elara, il cavo di alimentazione di Final Touch Audio.
Direttamente dalla mitologia greca, l’unico cavo di alimentazione che propone Final Touch Audio. Finalmente non c’è scelta, qualcuno che semplifica e propone un esemplare senza troppi pensieri o calcoli commerciali. Solo il meglio in un’unica soluzione. Le premesse sono altamente intriganti, una ditta che ne propone uno solo, o lui oppure niente!
Final Touch Audio (FTA) è un’azienda piccola a conduzione familiare, nata dalla pura passione e dedizione per la musica. La musica è intesa come risultato finale, il punto da raggiungere. Per arrivare a questo, competenza e tecnica si fondono grazie ad abilità artigianali in un prodotto realizzato interamente a mano e trattato come un pezzo unico, un’unica opera che ogni volta si ripete come processo produttivo scandito da fasi uguali ma differenti per l’alta artigianalità di un lavoro interamente manuale.
In Elara, spicca immediatamente la sua elevata flessibilità, ed è un bene, perché alcuni miei cavi danesi lo sono pochissimo; i cavi rigidi spesso costruiti con più fili intrecciati di sezione maggiore possono creare non pochi problemi di installazione.
Elara è molto ben rifinito, di media dimensione con diametro complessivo di un centimetro e sessantaquattro e una copertura esterna di materiale semi trasparente retinato che al tatto ricorda una calza microforata attorno ad apparenti fogli di materiale naturale delicatamente avvolti; nella realtà non ci è dato sapere la composizione, ma l’impressione si avvicina a quello delle fibre naturali.
Visivamente è un bel passo avanti, con i suoi connettori di una speciale lega rame-tellurio, prodotti su misura dalla società tedesca KME per IeGo; non c’è rodio qui o argento, ma una composizione di rame tellurio ad elevata durezza, resistente all’abrasione, mantenendo ottime proprietà conduttive, e perdite estremamente basse di trasmissione del segnale ma soprattutto e un eccellente effetto positivo sulle prestazioni sonore.
Dall’altra parte del cavo per i connettori IEC, a differenza della maggior parte degli altri produttori, la cui produzione utilizza ottone o bronzo fosforoso con conduttività molto inferiore, IeGO sceglie solo rame puro con trattamento avanzato. Il materiale per i connettori IeGO è il “Rame rosso – 1020” di prima qualità – purezza del 99,99% della famosa azienda giapponese Furukawa. Inoltre tutti i connettori di alimentazione IeGO sono sottoposti a trattamento criogenico continuo con azoto liquido (-196°C) per 20 ore.
Prima di usarlo, il cavo è stato fatto passare per 10 giorni in un apparecchio per rodare i cavi, così una volta inserito nel sistema principale siamo passati direttamente all’ascolto critico.
Ho deciso di usare Elara per alimentare il nuovo switch Telegärtner M12 Premium, pensando ad una introduzione leggera, caratterizzata da basse aspettative.
Il contrabbasso pizzicato da Anna Butters in quel di ETA a Los Angeles esattamente nella traccia Easy Way Out dell’album The Way Out of Easy by Jeff Parker in streaming (Qobuz, FLAC 48Khz 24bit), ha acquisito un maggiore spessore, le vibrazioni più intellegibili sostenevano in modo naturale porzioni di spazio più estese, così come le percussioni guadagnavano un arrotondamento e al tempo stesso un peso maggiori facendole apparire lì proprio dove dovevano essere ma in modo più facile, più credibile alla vista. Il sax, sempre lui, ma più verso il senso naturale dell’espressività, che poi non è che prima non suonasse corretto o che mancasse qualcosa, ma c’è stato un cambiamento, devo dire un po’ inaspettato, dopo tutto è sempre uno switch alimentato da un singolo cavo rispetto ad un intero sistema, ma così è stato e ne siamo sorpresi.
Mantenendomi sempre sulla bassista e compositrice Anna Butters ho sparato la traccia Bishop dell’album Mighty Vertebrate (Qobuz, FLAC 48Khz 24bit), un insieme di suoni elettrificati, stili fusi insieme che riempiono facilmente ogni ambiente, ora le vibrazioni sono più presenti, satolle, piene ed energetiche; c’è un senso del ritmo più incisivo, qui è tutto un colpire e levare, coinvolgente e naturale allo stesso istante!
Una traccia che uso a riferimento, poiché la voce della protagonista può assumere connotazioni più spigolose al giusto volume di ascolto è An Evening of New York Songs and Stories (Qobuz, 44.1Khz 24bit), qui Suzanne Vega si avvicina nel territorio oltre il quale qualche sibilante potrebbe essere troppo invadente, ma è un luogo che viene solamente sfiorato senza alcun tocco o peggio invadenza, rimane altresì l’energia che contorna una voce registrata al limite caratterizzandone i pregi più che i difetti.
Passiamo ora ad un vecchio album che spesso viene usato come riferimento per la consapevolezza audiofila in nuovi e vecchi sistemi di riproduzione sonora: The Raven primo album da solista di Rebecca Pidgeon dopo la sua separazione dal gruppo Ruby Blue. Pubblicato nel 1994 da Chesky Records, unisce brani originali a una raffinata cover di Spanish Harlem, con sonorità che oscillano tra jazz contemporaneo e smooth jazz, valorizzando la voce autentica e delicata dell’artista. La versione è quella proposta da Qobuz in streaming del 2007 rimasterizzata in alta risoluzione (96khz, 24-bit).
L’inserimento del nuovo cavo Elara ha messo in evidenza gli enormi sforzi produttivi dell’album, portando alla luce in modo più netto un carattere ancora più analogico e pieno, una rappresentazione più stratificata, più rilassata ma ancora piena di dinamica ed espressività. La voce in Spanish Harlem acquista più peso e godibilità mantenendo quei dettagli sulle medio alte per una prestazione che apparentemente non presenta difetti ma solo punti di valore aggiunto.
Il valzer di elettroniche alimentate da Elara ha confermato quanto di buono già visto sullo switch; una tendenza verso una rappresentazione più naturale ma senza intaccarne la natura armonica, arricchendola dolcemente, un plus non trasformativo, ma evidente nella misura additiva delle cose.
Conclusioni

Il cavo di alimentazione Final Touch Audio Elara si distingue per la sua capacità di trasformare l’esperienza d’ascolto, conferendo al suono una qualità fluida e naturale che richiama l’analogico, il migliore analogico quello che si avvicina al senso del reale. La sua costruzione, basata su conduttori in rame di diversi diametri e una geometria progettata per agire come un filtro senza compromettere la dinamica, contribuisce a un suono pulito e privo di rumori indesiderati. Ma attenzione non c’è un filtro lì dentro, sfortunatamente noi audiofili drizziamo le orecchie in presenza di filtraggio sull’alimentazione, qui non c’è nessun filtraggio con componenti discreti ma solo una bile costruzione e scelta di sezioni e materiali che apportano soluzioni simili all’adozione di un filtraggio, si lavora molto sul cavo di terra ad esempio.
Dal punto di vista sonoro, l’Elara offre una presentazione ampia e profonda, con una chiarezza sorprendente e una risoluzione elevata. I dettagli emergono con precisione, mentre la scena sonora si espande, permettendo agli strumenti di occupare il loro spazio naturale. Il basso è pieno, articolato e ben controllato, la gamma media è ricca e i registri alti sono realistici e raffinati.
Si è rivelato un cavo sorprendentemente equilibrato, senza mai penalizzare la dinamica o smorzare la naturale vitalità del suono, anzi arricchendole. Inserito all’interno di un sistema misto, comprendente sia elettroniche a stato solido che valvolari, ha contribuito a liberare il segnale da disturbi residui, portando a un silenzio di fondo più intenso, quasi palpabile, che rende più evidente la microdinamica e il respiro degli strumenti. Il palcoscenico sonoro acquista maggiore tridimensionalità, con una disposizione più credibile delle sorgenti e una tessitura più organica e fluida. Elara riesce ad innalzare il livello complessivo dell’ascolto, agendo come una sorta di catalizzatore silenzioso che armonizza il flusso musicale senza aggiungere né togliere. La sensazione complessiva è quella di una maggiore coerenza, un suono che si fa più vicino, più vero, più naturale. Dopo averlo provato in varie posizioni della catena, ho deciso di lasciarlo definitivamente in quello che ritengo il cuore pulsante del mio sistema: il preamplificatore, dove le sue qualità emergono con più evidenza e naturalezza.
Consiglio senza riserve questo perfetto connubio tra qualità e musicalità unita ad un prezzo incredibilmente onesto e vantaggioso, la felicità audiofila è impacchetta in un assegno di soli 850 euro più tasse. Complimenti Zoran!!!