• Test • Casse acustiche Diesis Audio Aura

Nella storia dell’HiFi mondiale ci sono stati diversi progetti chiamati “non convenzionali” che, per la loro natura (tecnica o estetica), hanno fatto scuola, aprendo strade nuove alla tecnologia. Per quanto riguarda tutti i modelli del costruttore Diesis, e nel caso specifico le Aura oggetto di questa recensione, è sufficiente dar loro uno sguardo per rendersi conto che siamo in presenza di diffusori certamente “non convenzionali”.

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Nella storia dell’HiFi mondiale ci sono stati diversi progetti chiamati “non convenzionali” che, per la loro natura (tecnica o estetica), hanno fatto scuola, aprendo strade nuove alla tecnologia. Per quanto riguarda tutti i modelli del costruttore Diesis, e nel caso specifico le Aura oggetto di questa recensione, è sufficiente dar loro uno sguardo per rendersi conto che siamo in presenza di  diffusori certamente “non convenzionali”.

Guarda la video-recensione

di Bruno Fazzini e Massimo Piantini

 

L’estetica, la tecnica e la componentistica usata 

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Il corpo principale della cassa acustica ha una forma pulita ed esteticamente accattivante, grazie al fatto che il disegno del cabinet è stato realizzato da un team di progettisti capeggiati dall’architetto Inno Piazza. Il materiale usato per la sua costruzione è clad 58 (uno speciale cemento) ricoperto di pelle sintetica color nero. Questa colorazione scura è mitigata dal colore chiaro del pannello frontale in corian, pregiatissimo materiale plastico che rende l’insieme elegante e curato.  Per quanto riguarda il pannello frontale sono possibili varie colorazioni a partire dal bianco fino al color legno, in modo da soddisfare ogni richiesta del cliente.

La struttura è completata con una “testa”, costituita dal tweeter. Questo componente ha anteriormente una piccola tromba di accordo, anch’essa in corian, della stessa colorazione del pannello frontale. Gli altoparlanti, un woofer, un mid basso di generose dimensioni e un tweeter, sono a vista e contribuiscono a rendere molto raffinato e tecnologico l’insieme dei diffusori.

I due componenti per la parte bassa dello spettro sono fissati al telaio con una piastra di acciaio inox di 2 decimi. L’ancoraggio è assicurato da numerose viti, sia intorno al cestello, sia su tutta la lunghezza del telaio. Questa soluzione garantisce una solidità e una stabilita dell’insieme che favorisce lo smorzamento e l’abbattimento delle vibrazioni nocive introdotte dal movimento degli altoparlanti.

Passando alla valutazione dell’aspetto tecnico, anche in esso troviamo delle scelte che possiamo sicuramente definire “non convenzionali.”

I diffusori hanno una configurazione a dipolo, con gli altoparlanti che non risultano racchiusi all’interno di un volume, come in una a cassa chiusa o accordata, ma sono collocati in aria libera.

Il dipolo di per sé non è certo una novità; la storia dell’HiFi ha visto diversi modelli gloriosi. Questa configurazione ha, tecnicamente, numerosi vantaggi ma anche alcune limitazioni. Vediamo di sintetizzarle. L’altoparlante emette anteriormente, nel suo movimento, un’onda che si unirà in contro fase (da una certa frequenza in poi) a quella emessa posteriormente. La frequenza a cui avverrà il cortocircuito acustico, cioè la cancellazione dell’emissione dell’altoparlante, dipenderà dalle dimensioni del pannello su cui sono fissati gli altoparlanti stessi. Tanto più piccole saranno le dimensioni del pannello, tanto più alta sarà la frequenza di cortocircuito e quindi minore risulterà la prestanza in bassa frequenza.

Il vantaggio di questa configurazione, risiede nel fatto di permettere al woofer movimenti molto liberi, aumentando così la velocità dei transienti e ottenendo una maggiore presenza di dettaglio e micro informazioni. Tutto questo consente una superiore attinenza al carattere “live” del messaggio sonoro riprodotto.

Alla Diesis, nonostante le ridotte dimensioni del pannello frontale, sono riusciti a limitare fortemente gli svantaggi del dipolo, usando trasduttori di grandi dimensioni (woofer da 25/30 cm secondo il modello) e una accorta progettazione del crossover.

Questo componente è realizzato con materiali di prima qualità. Le bobine sono quasi tutte avvolte in arie con cavo di notevole spessore e, addirittura una di esse ha le spire ottenute  da “nastro” di rame alto più di un centimetro.

La stessa qualità la ritroviamo nei condensatori polarizzati e nelle resistenze con elevata tenuta in potenza.

Anche i morsetti presentano caratteristiche eccellenti, avendo la capacita di accettare cavi di grandi dimensioni o terminazioni di varia natura, grazie alle loro generose dimensioni. Segnaliamo anche che i morsetti sono quattro, ciò vuol dire che nel progetto è stata prevista la possibilità sia del bi-wiring, che del bi-amping .

Concludendo la disamina tecnica, possiamo dire che i Diesis Aura sono dei diffusori ben costruiti e con materiali all’altezza delle migliori casse acustiche in commercio.

 

Il bi-amping

filtro diesis audio aura

Vorrei qui aprire una parentesi sul bi-amping.

Concettualmente questa configurazione permette un pilotaggio con potenze doppie rispetto al mono-amping, e contestualmente una capacità dinamica maggiore rispetto ad un solo amplificatore. Nella realtà dei fatti vi sono, però, anche aspetti non propriamente positivi.

Se analizziamo l’impedenza vista dal finale nelle due configurazioni, ci accorgiamo che quello che vedono i finali destinati alle basse frequenze non corrisponde a quello che vedono il finali per le alte frequenze. Infatti i woofer, rispetto ai tweeter, hanno modulo e argomento d’impedenza profondamente diversi.

Pure i componenti del crossover (bobine e condensatori) hanno valori assai diversi a seconda della sezione interessata. Pertanto i parametri degli altoparlanti e dei componenti del crossover, combinati insieme, faranno vedere ai rispettivi amplificatori moduli e argomenti d’impedenza risultanti profondamente diversi. Ne consegue che anche gli amplificatori si comporteranno e suoneranno in maniera diversa nelle due gamme di frequenza.

In conclusione non è detto che un sistema bi-apming suoni meglio di uno con un solo amplificatore proprio per i motivi tecnici sopra esposti.

Per tutta la produzione Diesis le reti di cross over sono state realizzate tenendo conto proprio delle diverse impedenze e fasi che gli amplificatori vedono con il bi-amping.

In sede progettuale è stato deciso di far operare insieme mid-basso e tweeter, mentre il woofer è lasciato operare da solo.

I percorsi delle masse sono completamente separati tra le due sezioni e il progettista ci conferma che il valore dell’impedenza, misurato ai morsetti è uguale per i due range di espressione. Le Aura sono state ascoltate in entrambe le configurazioni e, a parte le considerazioni di gusto personale, vi sono state note positive per tutte e due le modalità operative.

Le Aura sono state ascoltate in entrambe le configurazioni e, a parte le considerazioni di gusto personale, vi sono state note positive per tutte e due le modalità operative.

 

L’impianto utilizzato per la prova

sophos

I diffusori Diesis Aura sono testati con sorgente analogica Oracle (braccio SME IV+Benz Glider S), sorgente digitale costituita da meccanica e convertitore Aqua Acoustics, lettore di file Interface Reference, convertitore MSB Technology Power DAC, integrato a valvole Cary Audio SLI 80, integrato a stato solido Electrocompaniet ECI 3, preamplificatore a stato solido Burmester C 11 e a valvole Manley Shrimp, finale a stato solido Plinius SB 301 e a valvole Cary Audio CAD 120. Cavi di alimentazione, segnale, digitale e potenza Sophos Phi e Max Research.

 

L’ascolto

Secondo il nostro giudizio, durante l’ascolto, il parametro della “coerenza”, che per definizione è il parametro che esprime i rapporti di emissione fra i vari altoparlanti nelle loro rispettive gamme, è sicuramente da preferire in configurazione mono-amping, a patto che l’amplificatore usato, come nel nostro caso, sia di qualità elevata e capace di garantire una dinamica simile a quella reale.

La grande dinamica la fa da padrona, con pressioni realistiche e ricostruzioni sceniche molto credibili. Anche la parte bassa, priva per ragioni tecniche dei 20 Hz, non fa rimpiangere la scelta del dipolo. Nella zona del calore (70-100 Hz) questi diffusori hanno sfoderato una performance con un “punch” notevole. L’estremo superiore poi, tipico della tipologia di emissione del complesso altoparlante tromba, si è dimostrato all’altezza nella ricostruzione live dell’evento sonoro. Il coinvolgimento, pertanto, è assicurato.

Anche il parametro trasparenza beneficia della configurazione a dipolo, grazie alla gamma medio bassa e bassa pulita, precisa e intelligibile. In gamma medio alta e alta la situazione non è da meno; la nettezza dei transienti e la capacità che ha la gamma media di dipanare anche grovigli orchestrali complessi forniscono un nitore di gran livello. La parte alta e altissima appaiono coinvolgenti, pur offrendo la caratterizzazione tipica delle emissioni a tromba. Grazie a questa struttura e al complesso degli altri due trasduttori, l’efficienza risultante è alta, così che anche con un buon integrato da un centinaio di watt in classe AB, o con uno di qualità da cinquanta watt in classe A (se l’ambiente non è enorme), si possono ottenere pressioni sonore entusiasmanti. Se invece dell’integrato si vogliono pilotare questi diffusori con un pre a valvole e un finale a stato solido, allora le prestazioni saliranno ancora di uno step. L’importante sarà, come sempre, scegliere le elettroniche che possano avere una certa sinergia con i diffusori e che, soprattutto, assecondino le caratteristiche soniche di questa realizzazione.

La timbrica è corretta su tutto lo spettro di frequenza, senza esaltazioni in alcun range, e nemmeno  il tweeter, seppure a tromba, ha mai mostrato manie di protagonismo. La gamma media è piacevole e coinvolgente, limpida e, come quella bassa, caratterizzata da un elevato livello di neutralità fornito dalla struttura dipolare.

Questa notevole sensazione di pulizia sonica ha fornito i presupposti per una ricostruzione scenica molto credibile; i piani prospettici distaccati e ben distribuiti, oltre all’elevata sensazione di aria presente fra strumenti e voci ha offerto una piacevole scena acustica.

 

Conclusioni  

Le Aura portano una ventata di novità nello stanco panorama della produzione mondiale di diffusori acustici.

La loro costruzione a dipolo conferisce originalità progettuale non disgiunta da risultati sonici di tutto rispetto. La qualità della componentistica e la coraggiosa scelta di unire il dipolo per la via medio bassa e bassa, con la tromba per la via alta, rendono queste Diesis (come tutti gli altri modelli prodotti) dei diffusori anticonvenzionali, esteticamente accattivanti e, infine, ben suonanti.

La moderna estetica aiuta non poco l’inserimento in ambiente, mentre a livello di prestazioni sonore questi diffusori necessitano di spazio intorno, in modo che l’onda posteriore possa dispiegarsi adeguatamente.

La generale correttezza timbrica, anche se caratterizzata dall’inusuale progetto che la rende riconoscibile, unita alla ottima coerenza, alla buona trasparenza e, soprattutto alla coinvolgente dinamica, rendono questo prodotto estremamente desiderabile.

Il prezzo richiesto ci sembra congruo con il materiale usato, con i risultati sonici ottenuti, con l’originale progetto e con la ricercata estetica.

Le Aura sono diffusori da ascoltare con attenzione prima dell’acquisto, per comprendere se le loro espressioni soniche vanno nella completa direzione dei nostri desideri.

 

Caratteristiche tecniche

  • Tipologia dei diffusori: da pavimento
  • Struttura: a dipolo
  • Cabinet: in clad 58 rivestito di ecopelle
  • Fontale: in corian vari colori
  • Dimensioni cm: L 41, P 30, H 114
  • Peso singolo diffusore: Kg 47
  • Woofer: da 12 pollici tagliato a 200 Hz
  • Midrange: da 10 pollici tagliato a 1.800 Hz
  • Tweeter: a compressione da un pollice
  • Prezzo la coppia IVA inclusa: euro 11.500 versione laccata bianca – euro 12.590 altre finiture

Produttore: DIESIS AUDIO

 

Massimo Piantini & Bruno Fazzini

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